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Antonio Giovanni Mellone
Nato a Maglie (Lecce), da anni vive a Parma. Giornalista professionista, ha sempre manifestato una grande passione per la pittura e il disegno. Giovanissimo, è stato anche cartoonist e fumettista per alcune case editrici, riscuotendo consensi e premi, come l’esposizione di sue tavole a china nelle Sale Napoleoniche di piazza San Marco a Venezia.
Dopo una parentesi in campo pubblicitario e l’esperienza al settimanale “La Discussione” di Roma, per 17 anni ha svolto la mansione di art director del quotidiano “Il Giorno” di Milano, affiancando il direttore Guglielmo Zucconi nella creazione del giornale popolare, colorato e ricco di disegni che ha riscosso grande successo. Nel suo percorso professionale, ha collaborato con testate nazionali (quali La Domenica del Corriere, Italia Oggi e Il Giornale) e locali (come Milano-Milano e Gazzetta di Parma) e realizzato varie pubblicazioni, tra cui copertine di libri e le tavole illustrate per rubriche letterarie della Rai (come quelle di Enzo Biagi e Raffaele Crovi).
Autodidatta, ha al suo attivo alcune mostre, tra cui la personale del ‘92 al Museo di Storia Moderna di via Sant’Andrea a Milano, organizzata dal Comune, e quelle a Lecco, Arezzo, Chiavari e Massa, e vari premi, come le targhe d’oro ricevute a Tirrenia, Lecce, Livorno.
Di estrazione impressionista, i suoi lavori puntano ultimamente all”espressionismo” moderno tramite l’esaltazione del colore e il segno che si è fatto col tempo più “stenografico” nel tentativo di cogliere l’essenziale. Tra le tecniche preferite, innanzitutto l’uso dei colori acrilici, per la loro versatilità, che sovrappone, senza quasi mai mescolarli, con il pennello a secco. L’autore non disdegna anche l’acquerello e gli inchiostri.
Nella sua ultima personale “A MIDSUMMER (K)NIGHT’S DREAM” (Sogno di un cavaliere di mezza estate), dicembre 2012-gennaio 2013, a Palazzo Giordani della Provincia di Parma, Mellone ha esposto opere ispirate al mito dell’antica cavalleria, in chiave di moderna metafora sulla riconquista di valori dimenticati, mentre attualmente si dedica in prevalenza alle problematiche femminili, come il bisogno di autodifesa e il disagio di dover interpretare un ruolo diverso dal proprio.
Acerca de mi trabajo
Acerca del trabajo:
Da sempre prediligo i grandi formati (fino a 120X150) perché mi esprimo meglio su queste dimensioni. Con gli occhi del giornalista e la mano del pittore, ho creato “Bagnanti”, “Desiderio di amore”, “Cattedrale nel deserto urbano” e “Cavalieri di carta”, quadri emblematici di certe vite vissute.
In precedenza mi sono dedicato soprattutto alla serie dei cavalieri e delle figure mitologiche, tra cui "Il re pescatore", "Morte di un centauro", "Dialogo tra un cavaliere e un centauro" e "Odalisca", mentre in passato, in oltre trent'anni di pittura, ho raffigurato nudi femminili, corride e toreri, paesaggi provenzali e molto altro.
Mi estilo:
In passato, la mia pittura, di genere figurativo, è stata di ispirazione impressionista, con quadri a olio di grande spessore e disegni a matita, china e guache.
Attualmente seguo una vena “espressionista”, con un ricorso ai toni caldi. I miei soggetti principali sono i cavalieri, in prevalenza stilizzati, e i personaggi femminili.
La critica dice di me: "Mellone colpisce per la padronanza del disegno, il vigore del tratto e la sicurezza cromatica. La sua è una pittura maschia e mediterranea. Decisa, senza ripensamenti, dolcemente rabbiosa".
Ancora: "Padrone del segno grafico, pittore dai connotati figurativi, Mellone ha proseguito sulla via di una tecnica non solo illustrativa, anche se l’illustrazione che propone nelle carte, mantiene intatto il suo fascino".
Mi concepto:
Secondo me, il "cavaliere" sa bene quale è il dell’animo, degli dei e degli uomini, per cui ne raccolgo le tensioni nelle grandi tele espressioniste e nelle altre dove il recupero delle istanze di primitivismo e spiritualismo, lascia campo libero all’uso del colore. Traspare allora il significato delle opere, lavorate con colori acrilici e tecniche miste, espressione del sogno che lo riscatta. Dietro lo spirito cavalleresco si nasconde il desiderio di accensioni cromatiche, di piacere del racconto e di appropriazione di una forma slegata da precise impostazioni per aprirsi al sogno e alle sue forme.
Trabajo con estos materiales:
I materiali adoperati comprendono una varietà di supporti, qualche volta creati da me stesso, per cui uso tele, cartoni telati, carta-cotone speciale tirata a mano e carta per olio e acrilico, masonite trattata, ecc.
In merito alle tecniche, dopo l’olio, mi sono convertito all’acrilico, per la particolare versatilità di questo materiale e per la brillantezza delle tinte, ma non disdegno acquerelli, pastelli (che fisso secondo un metodo inventato da me), collage, tecniche miste e inchiostro.
Qué tipo de materiales prefiero:
Uso in prevalenza i colori acrilici, senza quasi mai mescolarli, ma sovrapponendoli con la tecnica del pennello a secco e definendo figure e sfondi con il nero.
¿Qué me inspira?:
Il titolo di una mia recente personale a Parma, “A midsummer (K)night’s dream” (Sogno di un cavaliere di mezza estate) è solo apparentemente un pur doveroso omaggio a Shakespeare e alla commedia “Sogno di una notte di mezza estate”, che mi ha fornito materia per il calembour del titolo della mostra. Non c’era bisogno di un’ulteriore citazione di uno dei drammi più rappresentati in teatro, al cinema e in pittura. E’ piuttosto un’adesione al “sogno di Ossian” delle saghe nordiche che, estraniandoci dalla realtà quotidiana, ci proietta nel mondo rassicurante della fantasy. Non è un caso che “Sogno di una notte di mezza estate” sia contemporaneo del “Romeo e Giulietta”, con il ritorno alla ineluttabilità del destino e al senso di morte, che permeano la maggior parte delle opere del drammaturgo inglese.
Così il bosco in cui le vicende di Lisandro, Ermia, Demetrio, Elena si intrecciano con quelle di Oberon, re degli elfi e Titania, regina delle fate, diventa nella metafora il topos magico che ci isola dalla prosaicità del mondo esterno. Un luogo dove tutto diventa possibile. Sull’onda dei ricordi delle letture “epiche” (da Chretien de Troyes e Wolfram von Eschenbach e da Walter Scott al bardo del “Cantar de Mio Cid”) che hanno accompagnato la prima giovinezza di molti di noi e su quella della mitologia greca che ha segnato i nostri studi classici, ho dedicato già dagli anni ’80 parte dei miei lavori al recupero del “sogno”. Chi si interessa di storia antica e in specie medioevale, sa benissimo che i cavalieri “storici”, pur con le dovute eccezioni, non si comportavano affatto come Artù o Percival: non vi erano dame da porre su un piedistallo né deboli da proteggere per uomini d’arme che in genere si comportavano come spietati predatori e addirittura come criminali di guerra.
Per le mie donne invece mi sono ispirato all'attualità. Dalle difficoltà esistenziali che il sesso “debole” sta vivendo da sempre e oggi in maniera più acuta, emergono le mie “bagnanti”. Sdraiate su spiagge bituminose, davanti a un mare lattiginoso e tramonti inquietanti, esse vivono il contrasto tra ciò che dovrebbe essere gioia ed invece è disagio. L’atteggiamento stereotipato dei corpi e il volto di alcune di loro, che ricorda le maschere impenetrabili del Teatro Kabuki giapponese (come nelle “Grandi bagnanti”), suggeriscono il bisogno di autodifesa, con l’interpretazione di un ruolo non proprio. Sempre con vena espressionista, racconto anche altre, pregnanti, “storie in rosa”. Ho rinunciato, per una volta tanto, a dipingere le donne come simbolo di bellezza esteriore e interiore, per sottolineare un’altra problematica non meno urgente: quella dell’amore di una donna per un’altra donna e la relativa aspirazione alla maternità (come in “Due ragazze con bambino” e “Donne con gatto”, in cui l’animale, più amato dal genere femminile, rappresenta l”oggetto del desiderio”).
Mi obra favorita y por qué:
La "Violinista", acrilico su tavola di legno, essendo soffusa di malinconia, esprime meglio di altri miei quadri la solitudine di alcune donne.
Anche stilisticamente ritengo quest'opera quella in cui sono riuscito a raggiungere l'essenzialità dell'espressione, usando tra l'altro toni scuri che non rientrano solitamente nella mia gamma.
Mi mensaje:
Ho sempre pensato e continuo a pensare che l’arte non debba occuparsi di problematiche sociali o di politica né lanciare messaggi, che comunque non sarebbero colti nella loro essenza originale, ma interpretati da ciascuno secondo il proprio vissuto. Esattamente come quando guardiamo il quadro fatto da un altro. Nel corso degli anni ho maturato la convinzione che compito dell’arte, ammesso che ne abbia uno, sia piuttosto quello di reinventare la realtà, migliorandola ove possibile, e di creare buone sensazioni.
Acerca del arte
Cómo me metí en el mundo del arte:
Avendo in me, innato, lo slancio verso la pittura, mi sono interessato, fin dalla giovane età, del settore. Inoltre, come giornalista, ho avuto la possibilità di frequentare l'ambiente e di venire in contatto con gli "addetti ai lavori".
Lo que el arte significa para mí:
Ora soprattutto, che vivo un periodo difficile, è la "vita".
Mis artistas favoritos:
Picasso, Matisse, Modigliani.
La obra de arte más impresionante de otro artista:
Guernica.
Mis libros de arte favoritos:
Biografie dei maestri del passato
Lo que ha cambiado en el mundo del arte durante los últimos años:
A mio avviso, si è svilito, rivolgendosi anche troppo alla commercializzazione delle opere. (Sintomatico il parere di alcuni giovani artisti, provenienti da un'Accademia di Belle Arti, che si sono unanimamente paragonati a "venditori di frigoriferi").